Lo Spread sull’oro e sugli altri metalli preziosi

Pubblicato il 25-04-2024

Cos’è lo spread sull’oro e sugli altri metalli preziosi e perché il prezzo del prodotto finale non è quello di borsa? È una domanda che viene rivolta spesso agli operatori del settore, perché è un qualcosa che inizialmente tende a confondere soprattutto gli investitori alle prime armi. Potremmo impelagarci in complessi discorsi sullo spread, sul differenziale di rendimento di un titolo di stato rispetto al titolo di stato di un altro Paese, preso come base di riferimento. Ma in realtà spread è un termine piuttosto generico, che assume un significato diverso a seconda del contesto nel quale viene utilizzato e che indica semplicemente la differenza esistente fra due valori. In ambito finanziario può quindi rappresentare la differenza tra due prezzi, due quotazioni, due tassi di interesse o due rendimenti.

E quello che qui ci interessa è sapere che nel settore dell’investimento in metalli preziosi con il termine spread ci si riferisce semplicemente alla differenza tra la quotazione di borsa e il prezzo effettivo del prodotto, all’acquisto e alla vendita. Differenza determinata dalla commissione di compravendita, addebitata per ogni transazione di acquisto o vendita: ovvero quello che accade in tutti i settori. Questa commissione include il costo applicato dal rivenditore per il suo guadagno, ma anche i costi di manifattura, che incidono non poco sul prezzo dell’oro e degli altri metalli preziosi, come approfondiremo più avanti. Ecco spiegato perché all’acquisto o alla vendita il prezzo dei metalli preziosi non è perfettamente identico alla quotazione di borsa.

Perché il prezzo dell’oro non è quello di borsa?

È una cosa che, erroneamente, non tutti considerano. Ma a ben pensarci è dunque piuttosto normale che il prezzo dell’oro non sia uguale a quello di borsa. Il prezzo dell’oro da investimento dipende infatti da varie cose e chi si appella alla quotazione di borsa non considera che quello è solo uno dei valori dell’equazione.
Per calcolare il costo dell’oro da investimento bisogna infatti valutare:

  • Il prezzo dell’oro giornaliero (la quotazione di borsa);
  • I grammi d’oro puro contenuti nella moneta o nel lingotto;
  • Lo spread, come viene definito in gergo. Ovvero le commissioni e i costi di manifattura.


Così il totale viene dato dalla formula PREZZO DELL’ORO GIORNALIERO x GRAMMI DI ORO PURO + SPREAD.

 
N.B.: Sebbene qui ci concentriamo principalmente sull’oro, che rappresenta senza dubbio il metallo più gettonato per gli investimenti, è bene ricordare che questo ragionamento può essere applicato a tutti gli altri metalli preziosi.

Investire in oro: le commissioni

Ne consegue che una cosa con la quale chi vuole investire in oro si trova subito a dover fare i conti sono le commissioni.
Se quando si parla di investire in oro non ci si riferisce certo ai gioielli, un motivo c’è. Dovrebbe essere infatti ben chiaro a tutti che investire in oro fisico non ha nulla a che vedere con anelli, bracciali, collane e così via. Con il termine oro da investimento ci si riferisce esclusivamente all’oro sotto forma di lingotti e placchette di purezza pari o superiore a 995 millesimi, oppure sotto forma di monete di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel paese d’origine.

Il motivo è semplice: le commissioni, che sui gioielli sono davvero proibitive; perché ovviamente, per lo stesso ragionamento che abbiamo appena fatto, il costo di un gioiello non è dato esclusivamente dal valore di oro puro che contiene. I costi relativi alla lavorazione, al marchio e alla pubblicità, sono davvero devastanti per un investitore che punta semplicemente a veder aumentare il prezzo dell’oro acquistato. Incidono tantissimo sul prezzo finale sia di acquisto che di vendita. È per questo motivo che, quando si vuole investire in oro fisico, la scelta ricade esclusivamente su monete e lingotti da investimento. Come abbiamo visto commissioni e costi di lavorazione incidono anche su monete e lingotti, certo, ma in misura ben differente. Infatti l’acquisto di oro da investimento è esente da IVA e quindi la percentuale di un eventuale spread per un profitto futuro è palesemente inferiore.

La scelta per chi vuole investire in oro è davvero ampia: si può infatti scegliere tra un numero elevatissimo di monete d’oro o di lingotti (ti consigliamo di leggere questo articolo se vuoi saperne di più sull'investimento in lingotti d'oro, mentre questo è l'articolo che fa al caso tuo se vuoi approfondire sulle monete d'oro). Ma su qualunque categoria ricada la decisione, ci sono delle cose da considerare; prima fra tutte proprio lo spread. Come dicevamo, lo spread sull’oro da investimento è nettamente inferiore rispetto a quello sui gioielli, ma c’è. Questo a causa delle commissioni e dei costi di produzione, lavorazione e manifattura che, in ogni caso, monete e lingotti richiedono. Basti pensare a tutta la serie di accortezze e certificazioni di cui necessitano per rientrare nella categoria dell’investimento, o alla lavorazione che richiedono. Il processo di produzione non è infatti proprio rapidissimo: l’oro viene raffinato e provvisto di un numero di serie e di una serie di certificati. Inoltre i lingotti coniati vengono spesso racchiusi in un blister a prova di manomissione che contiene il logo del produttore insieme al numero di serie, al titolo e al peso dell’oro. E questi sono tutti costi accessori. Senza contare la lavorazione che il design elaborato delle monete da investimento richiede. Alcune sono infatti delle vere e proprie opere d’arte.

Dunque dire quanto costano al grammo i metalli preziosi da investimento è impossibile. Si può tenere presente il prezzo di borsa, certo, ma si può ben notare che il prezzo effettivo al grammo si discosta da tale valore e, perdipiù, cambia da lingotto a lingotto. O, meglio, da taglio a taglio.

Questo proprio perché il prezzo dei metalli preziosi da investimento dipende da vari fattori tra cui lo spread, che incide non poco. E lo spread non è un valore fisso. Nello specifico quando si investe in oro o in altri metalli preziosi bisogna sempre considerare che taglio del lingotto o della moneta e spread sono inversamente proporzionali: più piccolo è il taglio e maggiore è lo spread. Più, invece, sale il taglio e più, in proporzione, diminuiscono i costi al grammo e ci si avvicina sempre più alla quotazione di borsa.


Ecco spiegato perché all’acquisto o alla vendita il prezzo dei metalli preziosi non è perfettamente identico alla quotazione di borsa, e perché il prezzo al grammo varia da taglio a taglio.

Per questo motivo se si vogliono acquistare 100 grammi di oro puro, la cosa più conveniente sarebbe prendere un unico lingotto da 100 grammi, piuttosto che 10 lingotti da 10 grammi o 2 lingotti da 50 grammi, per esempio. Tuttavia bisogna sempre prendere decisioni in base alle proprie esigenze. Sebbene sia più vantaggioso in termini di costi al grammo, c’è da dire che un unico taglio grande è più vincolante: se si decide di vendere bisogna per forza svincolare l’intero investimento, cosa che non avviene quando si acquistano più tagli e si può dunque decidere quanti grammi rivendere.

Le commissioni sull’oro non devono spaventare l’investitore

Le commissioni sull’oro tuttavia non devono spaventare l’investitore, né rappresentare un vincolo. Chi acquista oro deve infatti considerare due cose:

  1. Esiste un valore intrinseco dato dall’oro contenuto nella moneta o nel lingotto che abbiamo acquistato, che il nostro oro bene o male conserverà. Per quanto il suo prezzo oscilli quotidianamente (anzi, a dirla tutta, più volte nell’arco della giornata), da un pugno d’oro ci ricaveremo sempre qualcosa. È impossibile che perda tutto il suo valore, e la storia dell’oro ne è la prova. Certo, le oscillazioni significative del prezzo dell’oro sono lente: nell’arco della giornata parliamo di pochi centesimi, ergo è un investimento a lungo termine.
  2. La seconda cosa da considerare è proprio che gli investimenti, appunto, non sono a breve termine. Chi acquista non può aspettarsi di ricavarci un guadagno nell’immediato. Tra le commissioni esistenti tra acquisto e vendita, ci andrebbe a perdere. Bisogna avere invece una visione più lungimirante e vendere quando la quotazione in borsa aumenta. Certo, ci potrebbe anche essere un innalzamento esponenziale del prezzo dell’oro nel giro di due giorni e dunque potrebbe succedere di poterci guadagnare subito, ma sarebbe una piacevole circostanza più unica che rara… perciò non perdiamoci in illusioni. È bene pensare ad investimenti a lungo termine. È comprovato infatti che nel lungo termine l’oro mantiene, o addirittura aumenta, il proprio valore. Per rendersene conto basta consultare un grafico sull’andamento dell’oro negli ultimi 20 anni. Infatti, sebbene abbia avuto alti e bassi e la quotazione sia cambiata considerevolmente nel corso di questi anni, non è mai scesa al di sotto del valore di 20 anni fa. Anzi, rispetto ad esso ha avuto una crescita esponenziale. Gli esperti pensano che tale crescita continuerà nel corso degli anni. Secondo l’analisi di Schroders in questa fase di ripresa dell’economia le materie prime, tra le quali rientra anche l’oro, sono all’inizio di un super ciclo. L’oro non è dunque adatto a chi ha un’ottica di investimento di breve termine, ma offre una protezione del portafoglio nel lungo termine. Si tratta di un bene rifugio e il suo valore è stabile nel tempo. Inoltre è un bene scarso e non corre rischio di default.
 

Lo spread su monete e lingotti d’oro

Dicevamo che chi vuole investire in oro si trova a dover scegliere tra monete e lingotti. Ma come incide lo spread su queste categorie?

Lo spread sui lingotti d’oro

Senza dubbio il modo più conosciuto per investire in oro fisico è mediante l’acquisto di lingotti d’oro. I lingotti da investimento sono composti da 999,9 millesimi di oro ed esistono di ogni taglio. Fortunatamente infatti i produttori di oro sono venuti incontro al piccolo mercato producendo lingotti di tutte le misure, dai maestosi lingotti da diversi chili a quelli di pochi grammi, come ad esempio 5, 10 o 20 grammi. Basti pensare che esistono anche tagli più piccoli: addirittura da 1 o 2 grammi (o da circa 1 grammo e mezzo, nel caso del lingotto da 1/20 di oncia). In questo modo l’investimento in lingotti d’oro diventa davvero alla portata di tutti e si adatta ad ogni esigenza. Tuttavia, come già accennato all’inizio di questo articolo, bisogna tenere presente che i lingotti di piccole dimensioni hanno costi più alti, perché maggiore è il taglio del lingotto, minori saranno i costi al grammo. Dunque con lingotti di taglio maggiore si ha anche un rendimento maggiore.

Lo spread sulle monete d’oro

Per quanto riguarda lo spread sulle monete d’oro, bisogna operare innanzitutto una distinzione tra di esse. Esistono infatti delle monete del tutto simili ai lingotti ed altre monete, invece, che intraprendono una strada parallela: quella del collezionismo. Le monete si dividono infatti in bullion e da collezione. Se si decide di acquistare monete d’oro, la distinzione da tenere presente è proprio questa.

Per monete bullion si intendono monete che agiscono in tutto e per tutto come lingotti: la loro produzione è illimitata, esistono e circolano sul mercato in grandi quantità. Il loro valore non è legato dunque alla rarità o alla valenza storica, ma viene preso in considerazione soltanto il contenuto di oro. Si tratta dunque di monete di cui esiste una grande abbondanza sul mercato, e che pertanto non hanno alcuna plusvalenza numismatica. Il loro prezzo è dato dalla quotazione di borsa x i grammi d’oro puro contenuti + lo spread. Quest’ultimo, come chiarito anche nella normativa sull’oro da investimento, ovvero la Legge 7/2000, non può incidere in misura da superare dell’80% il valore in oro della moneta da investimento. Nelle monete da collezione o numismatiche, questo avviene invece di frequente.

A differenza dei lingotti, le monete d’oro non hanno come unica caratteristica quella di essere costituite dal metallo prezioso: hanno anche una connotazione storica e nazionale, oltre che, spesso, un design davvero ricercato. Essendo diverse fra loro, con diversi tagli, caratteristiche, origine e rarità, sono oggetto di collezionismo ormai da secoli.

Se le bullion operano come dei veri e propri lingotti, nelle monete da collezione convergono una serie di fattori e il loro valore dipende più dalla rarità e dalle speciali rifiniture, che non dal reale contenuto di oro che possiedono. Oltre al valore dell’oro presente in esse, infatti, per le monete da collezione c’è un valore parallelo da considerare: quello numismatico, che incide in misura fortissima, al punto che il prezzo finale di una moneta da collezione non ha nulla a che vedere con il valore di mercato dell’oro. Lo spread è dunque altissimo e dipende soprattutto dalla rarità della moneta.

Per questo motivo le monete da collezione sono poco adatte se si vuole investire in oro con l’obiettivo di ottenere il massimo del rendimento con le minime competenze. Sono però, al contrario, l’investimento ideale per chi si intende di collezionismo e spera di fare una fortuna puntando proprio sulla rarità di tali monete.

Diffondi l'articolo

Articoli

Altri articoli che potrebbero interessarti

Abbiamo il piacere di proporvi offerte di