Vuoi investire in oro ma sei bloccato perché non ti è chiaro come funziona la tassazione? Bene, in questo articolo proviamo a fare un po' di chiarezza su un argomento che risulta spesso ostico.
Innanzitutto hai già deciso se acquistare lingotti o monete da investimento? Se non l'hai ancora fatto, ecco un po' di cose che potrebbero esserti utili: in queso articolo abbiamo spiegato le differenze tra l'uno e l'altro, mentre qui e qui abbiamo parlato di cosa considerare e di tutto quello che c'è da sapere quando si vogliono acquistare lingotti d'oro. Quello delle monete d'oro è un settore ancora più complesso, per tanti motivi, perché esistono varie tipologie di monete d'oro (ne abbiamo parlato qui e qui). In ogni caso se sei orientato ad acquistare monete da investimento, questo articolo potrebbe fare al caso tuo.
Se invece hai già deciso se investire in monete o in lingotti, possiamo passare a vedere come funziona la tassazione sull'oro da investimento.
Innanzitutto bisogna dire che per essere considerati da investimento, lingotti e monete devono rispettare determinati requisiti.
Per oro da investimento si intende oro sotto forma di lingotti e placchette di purezza pari o superiore a 995 millesimi e monete d’oro di purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800, che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine, normalmente vendute a un prezzo che non supera dell'80 per cento il valore sul mercato libero dell'oro in esse contenuto. In Italia, con l’entrata in vigore della Legge 7/2000, i privati cittadini possono investire in oro fisico godendo di diverse agevolazioni fiscali come l’esenzione iva.
Dunque solo i lingotti e le monete che riportano queste caratteristiche sono da investimento. Un lingottino fatto di gioielli fusi per un titolo di 750 millesimi (18 carati) non è da investimento, così come non lo sono i gioielli stessi. Le monete da investimento sono disponibili in vari titoli, ad esempio la sterlina è in oro 916, il marengo è di oro 900... e così via.
I lingotti d'oro da investimento invece sono in oro 999,99. Ovvero di oro puro. Come abbiamo spiegato negli articoli che ti abbiamo linkato sopra - e soprattutto in questo articolo -, si vendono sfusi o blisterati (o fusi e coniati, se preferisci), con un numero di identificazione e una serie di caratteristiche impresse sul blister o sul lingotto.
Ma quindi l'oro da investimento è esente da Iva?
Esatto, hai letto bene. Lo abbiamo accennato qualche rigo fa. Se monete e lingotti rispettano questi requisiti, e sono dunque da investimento, sono esenti da Iva.
Questo significa che non sono previste tasse per l’acquisto e il possesso di oro fisico.
L’oro da investimento è esente da Iva nella maggior parte dei Paesi, per questo motivo è il metallo favorito per l’investimento, nonché uno degli investimenti preferiti in generale.
Il suo essere esente da Iva, oltre al fatto che è un bene rifugio che non perde mai di valore e che, anzi, tende a salire sempre nel tempo (leggi qui), è una delle caratteristiche che lo rendono così popolare e che contribuiscono a rendere l'investimento in oro uno dei metodi preferiti per vedere monetizzati i propri risparmi, da parte degli investitori di tutto il mondo.
E l'argento?
A questo punto viene naturale fare un piccolo excursus anche sugli altri metalli da investimento.
Sull'argento c'è un discorso completamente diverso perché, a differenza dell’oro, si applica l’Iva. Per questo motivo i prezzi risultano molto maggiorati rispetto alla quotazione reale. Chi decide di investire in argento lo fa dunque con una visione lungimirante. La quotazione dell’argento è infatti generalmente più stabile di quella dell’oro, ma nel tempo è stata interessata da picchi repentini, che possono portare a interessanti guadagni. Il vantaggio di investire in monete e lingotti in argento è sicuramente il prezzo ampiamente più basso rispetto all’oro, caratteristica che non richiede grossi sacrifici o meditazioni e lo rende accessibile ad una più vasta platea di investitori; su di esso bisogna però sempre considerare, al pari della maggior parte dei prodotti di consumo acquistati, l’Iva al 22%.
Come funziona la tassazione sugli altri metalli da investimento?
Esattamente come l’argento, e come ogni altro metallo prezioso ad esclusione dell’oro, il platino è soggetto all’Iva al 22%. Poiché con l’entrata in vigore della Legge 7/2000 l’oro è esente da Iva, c’è la credenza che anche gli altri metalli come argento, platino e palladio lo siano, ma non è così. Per questo motivo bisogna tenere conto che gli investimenti in platino, come quelli in argento e palladio, sono diversi dagli investimenti in oro, e vanno loro applicate strategie diverse.
Ma, tornando alla tassazione sull'oro, una cosa va detta.
L'oro è esente da Iva in fase di acquisto. Non vale lo stesso però in fase di vendita.
O, meglio, anche in fase di vendita l'oro da investimento è esente da Iva, ma la legge vuole che si vadano a pagare le tasse sul guadagno che si è ricavato dalla compravendita delle nostre monete o dei nostri lingotti. (Più o meno possiamo dire che il discorso inverso vale invece per i gioielli: poiché i gioielli usati sono frutto di un acquisto passato - e quindi gravato di imposte -, non sarà necessario pagare alcuna tassazione sull’ammontare ricevuto durante la vendita).
A regolamentare le normative in materia di oro da investimento è la legge n. 7 del 17 gennaio 2000, in attuazione della Direttiva 98/80/CE del 12 ottobre 1998, che ha introdotto nel mercato dell'oro un regime speciale IVA. In particolare, per le cessioni e le operazioni finanziarie riguardanti l'oro da investimento è prevista l'esenzione IVA. Riportiamo un passaggio della normativa:
"Con riguardo all'oro da investimento, l'articolo 10, comma 1, n. 11) del decreto IVA recepisce le disposizioni contenute negli articoli 344 e 346 della direttiva 2006/112/CE (di seguito Direttiva), prevedendo che «le cessioni di oro da investimento, compreso quello rappresentato da certificati in oro, anche non allocato, oppure scambiato su conti metallo, ad esclusione di quelle poste in essere dai soggetti che producono oro da investimento o che trasformano oro in oro da investimento ovvero commerciano oro da investimento, i quali abbiano optato, con le modalità ed i termini previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 10 novembre 1997, n. 442, anche in relazione a ciascuna cessione, per l'applicazione dell'imposta".
Ma, tornando a noi, stavamo dicendo che l'oro da investimento è soggetto al regime di plusvalenza finanziaria.
In fase di rivendita, infatti, il guadagno che si è ottenuto dall'oro da investimento è soggetto a tassazione. Nello specifico in Italia le plusvalenze generate dalla cessione di oro da investimento sono tassate con un’imposta sostitutiva fissa pari al 26% nel quadro RT del Modello Redditi.
Dunque, per fare un esempio molto semplice, se ho acquistato un lingotto a 1000 euro e lo rivendo a 1500 euro, devo pagare le tasse sui 500 euro che ho guadagnato. La tassazione è del 26% (130€ circa).
Ovviamente questo implica che dobbiamo avere una fattura o una ricevuta di acquisto rilasciataci dal venditore. In questo caso basterà esibire la fattura o la ricevuta emessa dal venditore all’atto dell’acquisto per dimostrare il prezzo di acquisto originario, e pagare il 26% della plusvalenza maturata in caso di rivendita.
Ma se non ho la ricevuta di acquisto come calcolo la tassazione?
Se non possiamo dimostrare qual è il prezzo di acquisto del nostro oro da investimento, allora la situazione è diversa. Fino al 31 dicembre 2023 si calcolava un forfettario. Nello specifico le vendite senza fattura o ricevuta di acquisto venivano tassate al 26% su ¼ del totale incassato. Dal primo gennaio 2024 però la normativa è cambiata, e la tassazione del 26% viene effettuata sull’incasso totale dell'oro venduto. Dunque se andiamo a vendere una moneta o un lingotto da investimento e non possiamo dimostrare a quale prezzo lo avevamo acquistato, andremo a pagare il 26% di tasse sull'intero importo che ci viene versato in fase di rivendita. Vien da sé che è sempre meglio conservare fatture e ricevute.
E se con il mio investimento non ho guadagnato nulla?
Se devi registrare una minusvalenza, la situazione è differente. Infatti, sempre se puoi dimostrare il prezzo di acquisto del lingotto o della moneta tramite una fattura, la presenza di una minusvalenza ti permetterà di ridurre le tasse da pagare. Se hai acquistato più lingotti o monete d'oro, dovrai calcolare le plusvalenze sottraendo le minusvalenze.