Ogni Paese ha delle riserve auree, e sono fondamentali per tutta una serie di motivazioni.
Innanzitutto vengono utilizzate come garanzia di affidabilità, e non solo. Più oro possiede un Paese, più quel Paese è potente. Più oro possiede un Paese, più può utilizzarlo come garanzia per il debito pubblico e per ottenere prestiti dagli altri stati (come fece ad esempio l’Italia durante la crisi petrolifera del 1973, quando chiese in prestito 2 miliardi di dollari alla Germania, che in cambio volle come garanzia un quinto delle riserve aurifere italiane, come abbiamo spiegato in questo articolo). E, ancora, più oro possiede un Paese, più garanzia hanno le monete che stampa. Insomma, l'abbiamo detto subito, più oro ha un Paese, più è ritenuto affidabile.
In realtà andando più nel dettaglio, come molti sapranno, l'oro fino al XX secolo è servito ai vari governi come garanzia della propria moneta e come merce di scambio. In particolare o le monete fisiche erano composte direttamente di metallo prezioso, oppure la quantità di banconote stampate era legata al valore dell’oro fisico detenuto dal Paese (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Dopo l’abolizione del gold standard - abolito perché le riserve d'oro non sono illimitate e perché al mondo non c’è abbastanza oro per soddisfare la richiesta di beni e servizi, nonché per coprire la quantità di denaro in circolazione - è stato introdotto un sistema fluttuante di cambio che definisce il valore delle valute mondiali. A quel punto, l’oro è rimasto nelle riserve dei governi con diversi altri scopi: come investimento, come copertura contro l’inflazione, ma anche, sebbene in forma ridimensionata, per assicurare la stabilità della propria valuta.
Insomma le riserve auree sono un paracadute che ogni Paese ha in caso di emergenza. Un po' come gli investitori che tendono a diversificare il loro portafoglio e che vedono nell'oro una stabilità che si tramuta in sicurezza. E contribuiscono al contempo a rafforzare la fiducia internazionale verso la stabilità finanziaria di un Paese e la sua moneta, soprattutto in periodi di crisi. Del resto lo abbiamo ribadito spesso, l'oro è il bene rifugio per eccellenza in tempi di crisi e di guerra.
Ma quali sono i Paesi che possiedono più oro?
Molti non lo sanno, ma l'Italia è incredibilmente alta nella classifica dei Paesi che detengono più oro. Con le sue 2452 tonnellate si trova infatti al terzo posto!
Ma andiamo per ordine. Al primo posto ovviamente e senza alcuno stupore si trovano gli Stati Uniti, con ben 8133 tonnellate d'oro. Al secondo posto la Germania, con 3353 tonnellate. Poi, come detto, l'Italia, con le sue 2452 tonnellate.
Al quarto posto la Francia con 2437 tonnellate. A seguire la Russia con 2333 tonnellate e la Cina con 2192 tonnellate. Al settimo posto la Svizzera con 1040 tonnellate. Si inizia poi a scendere sotto le mille tonnellate. All'ottavo posto c'è infatti il Giappone, con 846 tonnellate. L'India, con 801 tonnellate, si colloca al nono posto della classifica. E a chiudere la top ten dei Paesi che possiedono le maggiori riserve auree ci sono i Paesi Bassi, con "sole" 612 tonnellate.
Dove sono custodite le riserve d'oro italiane? E sotto quale forma sono?
Ne abbiamo parlato già in questo articolo, le riserve auree dell'Italia sono delocalizzate. Non si trovano tutte in Italia e non si trovano tutte allo stesso posto. Ovviamente per motivi di sicurezza, ovvero per minimizzare i rischi, ma non solo. Come spiega la stessa Banca d'Italia, "la scelta di dislocare all'estero poco più della metà dell'oro, presso diverse Banche Centrali, deriva anche da ragioni storiche, legate proprio ai luoghi in cui l'oro fu acquistato. In più, la localizzazione prescelta dalla Banca riflette la primaria importanza di tali piazze finanziarie per il mercato internazionale dell'oro".
Dunque le riserve dell'Italia si trovano:
•Per il 5,76%, corrispondente a 141,2 tonnellate, nel Regno Unito
•Per il 6,09%, corrispondente a 149,3 tonnellate in Svizzera
•Per il 43,29%, corrispondente a 1061,5 tonnellate negli Stati Uniti
•Per il 44,86%, corrispondente a 1100 tonnellate in Italia
Le riserve custodite in Italia si trovano presso la Sede della Banca d'Italia in via Nazionale 91 a Roma. Precisamente in via Nazionale ci sono le 1100 tonnellate custodite in Italia e una quota (100 tonnellate) delle riserve conferite alla BCE, ovvero la Banca centrale europea, con sede a Francoforte sul Meno, in Germania. istituita il 1º giugno 1998 succedendo all'Istituto monetario europeo, in vista dell'introduzione dell'euro il 1º gennaio 1999, e incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i venti Paesi dell'Unione europea che hanno aderito alla moneta unica formando la cosiddetta zona euro, nonché della politica di vigilanza sugli enti creditizi.
Ma sotto che forma si trova l'oro?
Il lingotto è senza dubbio tra le forme più comuni per conservare l'oro. Delle riserve auree italiane 4,1 tonnellate si trovano sotto forma di moneta, si tratta cioè del cosiddetto "oro monetato", corrispondente a ben 871.713 pezzi di moneta. E tutte le rimanenti tonnellate sono sotto forma di lingotti. Come spiegato dalla Banca d'Italia, "la maggior parte dei lingotti è di tipo tradizionale a forma prismatica, ma diversi esemplari presentano la forma di parallelepipedo o mattone, di tipo americano, e di panetto di tipo inglese. Il peso dei singoli lingotti va da un minimo di 4,2 a un massimo di 19,7 kg, con un peso medio di poco superiore ai 12,5 kg. Il titolo medio dei lingotti, ossia la percentuale media di oro fino usata nella lega, è di 996,2 e in numerosi casi si ha un titolo di 999,99".
Tutti i dati sono consultabili sul sito della Banca d'Italia, che qui dà informazioni dettagliate sulla quantità, la qualità e la localizzazione geografica dell'oro di sua proprietà